#quirino principe
Explore tagged Tumblr posts
Text
“ Un amico sacerdote mi domandò pochi giorni or sono le mie impressioni sul Concilio Ecumenico. Senza esitare gli dissi che ne avevo una: molto ferma. E cioè che i RR.PP. [Reverendi Padri] che s'eran radunati per decidere tante riforme mi parevano aver avuto poca fiducia nella loro Casa. Ora guardando storicamente le cose, la Chiesa cattolica ha passato momenti assai più brutti del presente, ed anzi mi pare che non sia stata tanto in cima alle speranze umane, alla stima degli avversari, al rispetto dei dissidenti, come oggi, e direi anzi come da quando perse il Potere Temporale; sicché non dispero che un giorno o l'altro verrà un Papa che raccomanderà preghiere di ringraziamento a Dio per quella fortunatissima data del XX Settembre. « Come, come?... », disse il mio amico e sacerdote. Proprio così, gli risposi; basta che si ricordi che cos'era la Chiesa verso il Mille, e che cos'era nel secolo XVI, e che cos'era poco prima e poco dopo la Rivoluzione francese. Nel Medio Evo spesso ridotta a feudo dei baroni che dominavano i colli intorno a Roma, nel Cinquecento corrotta nella Curia, nel Papato, e quasi prossima a diventare (se il sogno di Machiavelli si fosse trasformato in realtà) il dominio ereditario della Casa dei Borgia, e nel Settecento boccheggiante per mancanza di fede nel clero superiore ed in quello inferiore pronto a spergiurare (con venticinquemila preti apostati in Francia). Rilegga il Gregorovius (il mio amico è un uomo dotto) e guardi la descrizione dei costumi ecclesiastici nelle Memorie del Casanova. E si ricordi che soltanto da poco tempo è stato proibito dal Pontefice che un cardinale si faccia interprete in conclave dei desideri del suo principe e ponga quindi un veto alla elezione di un suo collega che a quel principe non piaccia... La Chiesa oggi è libera: ossia potente.
La Chiesa, continuai, oggi è più numerosa, più universale, più rispettata; il clero molto più onesto; la resistenza che ha offerto nei Paesi oltre cortina alle persecuzioni ed in Asia ed Africa è molto più notevole (anche se vi siano casi di disobbedienza o apostasia) di quella offerta durante la Riforma o la Rivoluzione francese. Lo so che c'è meno gente che va in chiesa di prima; ho letto molte inchieste di riviste o di giornali e del clero minore stesso che mostrano che nell'Italia del Nord non va alla Messa che il quindici o venti per cento della popolazione delle parrocchie, e nell'Italia del Sud si tocca appena il cinquanta o sessanta per cento, e per di più non sono giovani uomini, ma ragazzi, o donne, o vecchi; e che i parroci non posson esser troppo esigenti nella fede di chi fa battezzare i figli, o di chi si sposa, o di chi muore, se no dovrebbero escluderne molti dai sacramenti. È vero anche che le vocazioni diventano sempre più scarse. Però se più scarse, sono più serie, e nulla di male se si vedranno meno contadini nei seminari, che ci andavan principalmente per sottrarsi alla vita della vanga. E, le ondate di miscredenza sono meno pericolose delle raffiche di separazione, come al tempo della Riforma protestante. “
Giuseppe Prezzolini, Cristo e/o Machiavelli. Assaggi sopra il pessimismo cristiano di sant'Agostino e il pessimismo naturalistico di Machiavelli, introduzione di Quirino Principe, Rusconi Editore, 1971¹; pp. 132-134.
#letture#leggere#citazioni#saggistica#XX settembre#libri#Giuseppe Prezzolini#cattolicesimo#Chiesa cattolica#Italiani#Cristo e/o Machiavelli#Quirino Principe#Gregorovius#papa#intellettuali del '900#Papato#Casanova#Concilio Vaticano II#Agostino d'Ippona#Potere Temporale#pessimismo#progresso#libertà di religione#sacramenti#Controriforma#Giovanni XXIII#Niccolò Machiavelli#saggi#anticlericalismo#libertà di culto
9 notes
·
View notes
Text
Quirino Principe contro Don Milani
3 notes
·
View notes
Text
Tolkien and translations: Italy's debate over the newest translation of "The fellowship of the ring".
So, I am going to keep things shortand simple here, because I am not trying to write an essay here.
So, the first translation was made by Vittoria Alliata di Villafranca and it appears that this was the translation that had been approved by Tolkien himself.
Her translation oficially was published by publishing house Rusconi in 1970 after being revised by Quirino Principe. This edition was then discontinued and if you ind any copy it is gonna cost a lot of money.
In 2003 publishing house Bompiani picked up once again Alliata's translation, kind of undid Principe's corrections and added stuff that the Italian Tolkien Society suggested, made it pretty and this is the edition I currently have with me. It isa very poetic and epic translation, maybe with too many words sometimes, but no one had any issue reading it.
Bompiani was recently forced to retire and discontinue this edition and a lot of the fans have pointed the finger at the newest translation, the one made by Ottavio Fatica, which is not very popular for the Choices™ he decided to make. It seems that this was claimed by the translator as the one and only and this had already made a lot of the fans not exactly thrilled.
Now, when you are translating something the tone is everything.
The idea behind Fatica's translation was that it hadto be easier to read, hence the epic tone in the Alliata's translation is almost gone. It's the everyday now. He uses different linguistic registers depending on who is speaking and what social class they are from, which was not something Alliata's translation did. He did his research and he talks ostensibly about his choics in his interviews.
My personal opinion is that this translation sucks. I have read it, I have seen the debate. The epic tone was kind of Tolkien's heart in storytelling, I think a lot of that got truly lost in this newest edition.
And I am sorry, but I read the Alliata's translation at age 15 and it was easy enough, so personally I think that a lot of the choices made were not the way. On top of it the movies followed in the dub with the Alliata's translation and tone and it's gonna cause mayhem.
I don't like changes like the word "ranger", translated in the Alliata as"ramingo", used for Aragorn changed into "forestale".
Like, we use "forestale" to point at the guy who takes care of the woodland and whilst I can see the leap I still prefer the word "ramingo" (i.e. a person who travels, a nomad, which kind of feels more what Aragorn is at the beginning).
In general he uses italian words, but in a completely different meaning than what we actually use them for - and I don't personally think this makes the reading easier. If anything I feel very confused.
To me it just feels like a downgrade, but a lot of new fans are all head over heels for this new translation.
At the end of the day I am not forced to read the newest translation, I have the Alliata's one and I plan on buying the books in English too. It doesn't affect me personally, but this whole shctik of making the reading easier just speaks to me like we have suddenly become stupid and can't read anything more complex than a children's book, which honestly is a bit insulting.
But it is what it is now.
I am sad, but at the end of the day there is nothing I can do.
Feel free to ask any questions, I will do my best to reply :)
14 notes
·
View notes
Text
L'incipit della Compagnia dell'Anello
Il mio incipit e quello di Quirino Principe (al momento ho tradotto i primi otto capitoli, l'idea è quella di rileggermi un giorno il "mio" Signore degli Anelli).
Mia (umilissima) traduzione:
Quando il Signor Bilbo Baggins di Villa Baggins annunciò che di lì a breve avrebbe festeggiato il suo undicentesimo compleanno con una festa a dir poco spettacolare, vi fu gran fermento a Hobbiton e ne seguì un gran parlare.
Bilbo era assai ricco ed eccentrico e per una sessantina d'anni era stato il personaggio più chiacchierato della Contea, fin dai tempi della sua memorabile sparizione seguita dalla successiva e inaspettata riapparizione. Le ricchezze che aveva riportato dai suoi viaggi erano diventate leggendarie ed era credenza popolare, quantunque ne dicessero i più anziani, che la Collina di Villa Baggins fosse piena zeppa di gallerie traboccanti di tesori. E se questo ancora non bastasse, a stupire ancor di più era il suo prolungato vigore. Il tempo passava ma sembrava avere uno scarso effetto sul signor Baggins. A novant'anni era più o meno lo stesso di quando ne aveva cinquanta. A novantanove cominciarono a definirlo “ben conservato”; con immutato ci sarebbero andati più vicino. Alcuni scuotevano la testa sostenendo che il troppo è troppo; non sembrava giusto che qualcuno possedesse una giovinezza (all'apparenza) inesauribile e allo stesso tempo una ricchezza (a quanto si diceva) sconfinata.
“La pagheremo cara,” dicevano. “Non è normale, ci porterà dei guai!”
Quirino Principe:
Quando il signor Bilbo Baggins di Casa Baggins annunziò che avrebbe presto festeggiato il suo centoundicesimo compleanno con una festa sontuosissima, tutta Hobbiville si mise in agitazione.
Bilbo era estremamente ricco e bizzarro e, da quando sessant'anni prima era sparito di colpo, per ritornare poi inaspettatamente, rappresentava la meraviglia della Contea. Le ricchezze portate dal viaggio erano diventate leggendarie, e il popolo credeva, benché i ormai i vecchi lo neghino, che la collina di Casa Baggins fosse piena di grotte rigurgitanti di tesori. E, come se ciò non bastasse, ad attirare l'attenzione di tutti contribuiva la sua inesauribile, sorprendente vitalità. Il tempo passava lasciando poche tracce sul signor Baggins: a novant'anni era tale e quale era stato a cinquanta; a novantanove incominciarono a dire che si manteneva bene: sarebbe stato più esatto dire che era immutato. Vi erano quelli che scuotevano la testa, borbottando che aveva avuto troppo dalla vita: non sembrava giusto che qualcuno possedesse (palesemente) l'eterna giovinezza e allo stesso tempo (per fama) ricchezze inestimabili.
"Sono cose che dovremo scontare", dicevano; "Non è secondo natura, e ci porterà dei guai!".
2 notes
·
View notes
Text
OLÁ MAIS UMA VEZ VENHO COM UM CONTO DE ORDEM ADULTO OU SEJA MAIS 18 ANOS. NOVAMENTE AGRADECENDO A TODOS QUE PRESTIGIAM ESSE TRABALHO, MUITO OBRIGADO DE TODO MEU CORAÇÃO. FATOS, PESSOAS, LUGARES ENFIM, NADA TEM HAVER COM A REALIDADE, BOA LEITURA, FUI, ABRAÇOS. I M P U L S O Malharia, especializada em roupas de cama, enxovais, Denise termina outro plantão de quase 12 horas devido a um grande pedido de última hora, sua supervisora Vera a observa ali a guardar todos os seus acessórios, ferramentas essenciais ao seu trabalho de costureira.
amanhã ás 9.
Obrigada dona Vera.
Ah não esquece, tras aquele mel e se puder aquele pão que o sr Quirino faz.
Pode deixar.
Vai logo menina. Denise sai ás pressas e passa sua digital no relógio de ponto recém instalado na firma, logo na calçada diz adeus as colegas que vão ao sentido oposto ao dela, ela acelera os passos até chegar ao ponto de ônibus, destino Vila Azul, totalmente no outro extremo da cidade, já dentro do auto aproveita para ouvir as dicas de aula do seu curso de enfermagem que iniciara há dois meses. A viagem vai tranquila até ela ver ao longe o logo da padaria do sr Quirino o que indica estar no seu bairro, sente aquela alegria de ter chego em paz e cansada claro, do seu dia de trabalho. O veiculo vai dando sinal que vai parar quando ela vê pela janela seu querido amor Caio sendo guiado por uma jovem naquela calçada oposta a que ela vai descer.
Onde ele vai? Denise bem que tenta comunicar com o seu boy e nada, logo vê eles entrarem por uma porta ao lado da tabacaria, ela desce e atravessa a rua principal, segue na calçada e pára frente a porta é de acesso com escada para o andar de cima, ela sobe segurando a bolsa com mais resistência que outros dias, até parar frente a quina que dá acesso ao andar, ali ela ouve barulhos conhecidos de beijos e outros sons.
Não pode ser. Ela vira e olha a cena de Caio ali com a jovem aos beijos e amassos, ela tenta gritar mais decide que não é o certo e sai dali. Já em casa, ela olha as roupas do homem ao qual ela decidira, vai ser com ele que vou viver pelo resto de minha vida.
Como fui trouxa. Segue para o quarto naquele minúsculo kit de peças, retorna com um sacolão onde coloca todos os pertences do rapaz, logo lágrimas descem ali, ela termina, vai ao banho e quando sai ouve o girar de chaves.
Amor.
Oi.
O que foi, vai fazer faxina?
Não, são suas coisas.
O quê?
Por favor, saia Caio.
Eu, o que houve?
Não quero esclarecer, só quero que vá.
O que falaram para você, vamos conversar?
Vai embora, eu quero e tenho que cuidar de minhas coisas.
Eu não saio sem você me explicar.
Explicar o quê, acha que eu sou o quê sua, cara eu te amei, te quis, você era tudo que me faltava.
E agora, não sou mais por que?
Vai embora, aproveite bem sua vida com aquela moça.
Você viu?
Vai.
Eu posso explicar, fui fraco.
Eu não estou afim de saber.
Deste jeito você mostra que é a infantil aqui.
O quê, você tem coragem de me olhar e dizer isso, assim.
Eu te amo.
Pois eu não, só quero você longe de mim. O homem tenta abraça-la mais ela foge dele para dentro do banheiro, ali ela ouve o bater da porta, assim que sai confere que ele levou aqueles pertences e tranca a porta, olha o molho de chaves que dera a ele no sofá.
Por que fez isso comigo, eu te amo tanto? Fabiana ali na cama com Jorge que fez diversas loucuras sexuais com a sua nova companhia de sexo, assim eles se decidiram denominar, ela cavalga ele enquanto tem seus seios presos em mãos e línguas, o celular dela toca e ela atende, é Denise.
Oi, o que esta fazendo?
Eu, estou trepando, o que houve?
Nossa Fabi, você só pensa nisso?
Fazer o quê, sexo é bom.
O Caio foi embora.
O quê, por que?
Eu vi ele com outra.
Puta que pariu. Rapidamente ela para tudo ali, se despede do colega de sexo e sai, minutos depois esta ali com Denise.
Me conta, como foi, quando foi isso? Denise lhe conta todo o ocorrido já em choro contínuo, até que Fabi decide por pedir pizza e cerveja.
Por que disso?
Acorda amiga, ele te fez um llivramento, graças a Deus, a tempo.
Eu o amo.
Vai amar outro.
Eu não quero.
Quer sim, pau é uma delicia.
Credo, eu não sou dessas não, eu gosto de me manter para um só.
Sei, tanto que acabou nos chifres.
Se soubesse não tinha te contado.
Vou tomar um banho, sabe ainda estou com aquele cheiro de sexo bem feito.
Credo, que nojo.
Bem que você gosta quando ele te pega e goza bem lá dentro?
Eu, sei lá, além de quê, já não tenho mais isso.
Banho, fui, pizza para gente.
Tá bom. 160724.........................
0 notes
Text
Clínicas UNE darán consultas gratuitas a menores durante el mes del niño
NUEVO LAREDO, TAM.- En conmemoración del Día del Niño y la Niña, que se celebra del 15 al 30 de abril, se llevará a cabo una iniciativa especial en la ciudad para ofrecer consultas generales y odontológicas gratuitas a los pequeños residentes. Esta noble acción tiene como objetivo principal velar por la salud y bienestar de los infantes, garantizando el acceso a servicios médicos esenciales. Las consultas serán proporcionadas en las nueve Clínicas UNE distribuidas estratégicamente en diferentes colonias de la ciudad. Los lugares designados para esta noble labor son los siguientes: 1. Calle Artículo 6 entre Prometeo y Articulo 123, colonia Toboganes. 2. Monte Olimpo entre Esfinge e Himeneo, colonia El Progreso. 3. Río Grijalva y Río Churubusco, colonia El Campanario. 4. Guanajuato y Tamaulipas, colonia Palmares. 5. Avenida Vencedor entre Canadá y Diploma, colonia Los Olivos II. 6. Avenida Vencedor, colonia Primero de Mayo. 7. Nogales entre Durazno y Ciruelos, colonia Valles del Paraíso. 8. Quirino Mendoza número 4815, colonia Santa Cecilia. 9. Calle Jesús González Bastien con bulevar Carlos Cantú Rosas, colonia Nueva Era. El horario de atención para estas consultas es de lunes a viernes, desde las 8:00 de la mañana hasta las 3:30 de la tarde. Es importante resaltar que estas consultas son completamente gratuitas, permitiendo que los padres y tutores accedan fácilmente a servicios médicos de calidad para sus hijos. Esta iniciativa representa un compromiso con la salud infantil y subraya la importancia de brindar atención médica preventiva desde edades tempranas. Se alienta a todos los padres y cuidadores a aprovechar esta oportunidad y garantizar la salud y bienestar de los niños y niñas de la ciudad. Para más información, se puede contactar con las Clínicas UNE o visitar sus instalaciones durante el horario de atención establecido. Este evento demuestra el compromiso de la comunidad en velar por el bienestar de sus niños y niñas, promoviendo así una sociedad más saludable y equitativa para las generaciones futuras. Read the full article
0 notes
Text
O evento que premia grandes nomes de importância para avanços afro-brasileiros, acontece nessa segunda-feira, 20 de novembro na Sala São Paulo A premiação que acontece anualmente desde 2004, recebe nessa segunta feira (20), personalidades de grande importância para avanços afro-brasileiros. Gilson Rodrígues, presidente do G10 Flavelas – Bloco de Líderes e Empreendedores de Impacto Social das Favelas -receberá pela primeira vez o prêmio “Troféu Raça Negra”. “Receber o Troféu Raça Negra 2023, representa um importante momento pra mim e aumenta ainda mais minha responsabilidade em continuar seguindo essa luta pela igualdade, pela construção de uma comunidade próspera e economicamente ativa, e que precisa de investimentos e de oportunidades para transformar sua vida, para que, assim, possam alcançar o que necessitam, para serem cidadãos plenos de acessos e de direitos” comenta Gilson. A 21ª. Edição do “Troféu Raça Negra” tem Glória Maria, jornalista e apresentadora brasileira, que faleceu em fevereiro deste ano, como principal homenageada da noite. Glória foi a primeira brasileira a usar a Lei Afonso Arinos, que proibiu a discriminação racial no Brasil, em 1951. Lei que não considerava o racismo crime, mas contravenção. Além de ser pioneira em várias ocasiões na sua carreira: a primeira repórter negra da TV brasileira (tornou-se repórter num tempo em que os repórteres sequer apareciam nos vídeos); a primeira repórter negra a aparecer ao vivo em transmissão; a primeira mulher a entrar ao vivo na TV em cores pelo Jornal Nacional e a primeira negra a apresentar o “Fantástico”, entre outras conquistas. A entrega da estatueta de Zumbi dos Palmares deste ano será apresentada por Mirella Archangelo e Joyce Ribeiro. O orador será o ministro Luís Barroso, presidente do Supremo Tribunal Federal (STF), que também receberá o prêmio. A cerimônia apresenta à sociedade brasileira, personalidades negras que se destacaram em várias áreas de atuação, da política às artes, da economia à educação. Autoridades, artistas, ativistas, escritores e empresários engajados na causa da igualdade estão confirmados para a cerimônia de premiação. O "Oscar" da Comunidade Negra vai premiar ainda a atriz e escritora, Elisa Lucinda, o ator Samuel de Assis, a escritora Djamila Ribeiro, a cantora Alaíde Costa, e a doutora em comunicação Kelli Quirino, professora e consultora em gênero e raça, além de ter sido eleita representante dos funcionários no Conselho de Administração do Banco do Brasil (CAREF). SERVIÇO “TROFÉU RAÇA NEGRA” Data: 20/11/2023 – Segunda-feira Horário: 19h Local: SALA SÃO PAULO Endereço: Praça Júlio Prestes, 16 - Campos Elíseos, São Paulo – SP - 01218-020 *Evento para convidados Mais informações sobre o evento estão disponíveis em www.trofeuracanegra.com.br ASSESSORIA DE IMPRENSA – G10 FAVELAS Lu Barbosa Assessoria & Eventos 11 97133.5738 / 11 93455.5738 [email protected] [email protected]
0 notes
Text
Annegare Tolkien e tutto l'immaginario fantasy nelle paludi morte delle ideologie politiche
Annegare Tolkien e tutto l’immaginario fantasy nelle paludi morte delle ideologie politiche
di Giuseppe Scattolini La nuova edizione in tre volumi (ora anche in volume unico) di Bompiani In Italia, dal 2018 ad oggi, stiamo vivendo una situazione molto spiacevole e molto dolorosa. È spiacevole perché stiamo assistendo per l’ennesima volta all’inasprimento di un conflitto tra realtà tolkieniane diverse per motivi prettamente ideologici. Il dolore viene invece provocato dalla…
View On WordPress
#bompiani#fascismo#film#politica#traduzione#AIST#Astrolabio#Bilbo#Elemire Zolla#elfi#fantasy#Frodo#Hobbit#Il signore degli anelli#La compagnia dell&039;anello#LOTR#Ottavio Fatica#paludi morte#Peter Jackson#Quirino Principe#Rusconi#society#The lord of the rings#Tolkien#trilogia#Vittoria Alliata#Wu Ming
3 notes
·
View notes
Video
youtube
(via https://www.youtube.com/watch?v=d2piKPCz-9E)
2 notes
·
View notes
Text
Il volume «Botticelli. Quadri dalla Divina Commedia»
★ Il volume «Botticelli. Quadri dalla Divina Commedia»
In occasione delle celebrazioni dell’anno di Dante Alighieri, una selezione dei disegni meglio conservati e più completi di un capolavoro straordinario: la lettura dantesca per immagini di Sandro Botticelli, unanimemente riconosciuta come la più importante della storia dell’arte. Il volume Botticelli. Quadri dalla Divina Commedia, edito da Jaca Book, è accompagnato dal commento d’eccezione di…
View On WordPress
0 notes
Text
Elémire Zolla ~ Prefazione a Il signore degli anelli di J.R.R. Tolkien (1970)
Elémire Zolla ~ Prefazione a Il signore degli anelli di J.R.R. Tolkien (1970)
John Ronald Reuel Tolkien
Come mai il gran stuolo di lettori gode a farsi insinuare nel cuore un messaggio così ostico alla moderna miseria? Non se ne accorge? O forse se ne accorge, e perciò ama la storia dell’anello, che parla d’una verità repressa, ma ben nota nel profondo dei cuori…
Elémire Zolla
Tra il 1954 ed il 1955 usciva la trilogia di J.R.R. Tolkien, The…
View On WordPress
#Charles Williams#Clive Staples Lewis#editoria#Elémire Zolla#fiabe#J.R.R. Tolkien#Jacob Böhme#John Cowper Powys#Montague Summers#Quirino Principe#religione#Robert Graves#Rusconi editore#traduzione#Vicki Alliata di Villafranca#William Butler Yeats#Wystan Hugh Auden
0 notes
Text
“ Che cosa andiamo cercando negli antichi, se non l'origine dei nostri mali, oppure l'espressione delle nostre scoperte? Noi andiamo rinnovando gli antichi, ogni volta che leggiamo un antico, se lo leggiamo con vera contiguità. Così accade per sant'Agostino. Vi cerchiamo lo stesso sentimento del tempo (il presente è il passato, il futuro è pure presente, il presente non esiste). La conclusione è mia. Ci troviamo quella parola d'ordine della coscienza moderna, che è la incomprensione reciproca; e chi mai, meglio e più di sant'Agostino, la espresse con il suo «Ogni cuore è chiuso ad ogni altro cuore»? Tremendo giudizio, disperata constatazione. E la sua negazione del «progresso»: che cosa di più attuale? Salvo gli imbecilli ottimisti, chi non sente che i progressi innegabili della scienza e delle tecniche non ci hanno portato un passo più avanti moralmente? E la sua constatazione della bestialità umana che produce le guerre, per cui l'uomo ci appare il più crudele animale che sia apparso sulla faccia del globo terrestre, assai peggiore degli animali che combatton soltanto per la preda? Sant'Agostino fece una perfetta analisi della politica, qualche secolo prima di Machiavelli, come libido dominandi. Oggi si capisce bene. Non è vero che gli uomini combattano per ragioni economiche o di classe. Non è vero che la ricchezza sia la posta, tra classe e classe. La verità è che gli uomini combattono per la libido dominandi, ossia per il desiderio del potere. Inutile che i comunisti ci promettano una umanità priva di lotte e di guerre. Essi stessi dimostrano oggi, a tutto il mondo, questa loro cupiditas dominandi. Son vittime della stessa passione ed incapaci di abolire i conflitti di coloro che dominano. Nel passato come nel presente abbiamo visto tiranni che erano poveri ed astemi, e si nutrivano come asceti. Ma nessuno resisteva al desiderio di dominazione. Ed oggi il popolo cinese ed il russo stanno per esser sacrificati alla ambizione dei loro capi. E forse anche gl'italiani saranno sacrificati alla ambizione di quei capi. Non saranno sacrificati nemmeno alla ambizione di un capo italiano. Sant'Agostino capiva tutto questo. Il suo pensiero è la negazione di quelli che cercano, su questa terra, un mondo perfetto o che si può perfezionare. Al di là, al di là. Là esiste il mondo della pace e della fratellanza umana. Quaggiù (prima di Hobbes, ma dopo che lo disse Plauto), gli uomini sono lupi. In questo mondo imperfetto, colpito dalla condanna del peccato originale, gli uomini potrebbero intendersi all'incirca, in sistemi ed in leggi transitorie e relative, purché si persuadessero che nulla in questo mondo è perfetto, o perfezionabile. E l'uno equivale all'altro. “
Giuseppe Prezzolini, Cristo e/o Machiavelli. Assaggi sopra il pessimismo cristiano di sant'Agostino e il pessimismo naturalistico di Machiavelli, introduzione di Quirino Principe, Rusconi Editore, 1971¹; pp. 90-92. [Corsivi dell’autore]
#Giuseppe Prezzolini#Cristo e/o Machiavelli#Quirino Principe#intellettuali del '900#letture#leggere#citazioni#saggistica#Agostino d'Ippona#Sant'Agostino#pessimismo#progresso#incomprensione reciproca#brama di potere#morale#realismo#Homo homini lupus#Niccolò Machiavelli#libri#saggi#guerra#Thomas Hobbes#Plauto#peccato originale#stato di natura#filosofia#tirannia#filosofia della storia#politologia#tempo
16 notes
·
View notes
Text
Abrir as portas da creatividade
vimeo
Cando xorde unha nova linguaxe, unha nova forma de expresión artística, é o momento de maior impulso á liberdade creativa. Antes de fixar as normas segundo o que permite a evolución da técnica ou o que demandan as audiencias que comezan a establecerse como tales, dáse un período no que a experimentación é o único camiño. No que todo vale até que se demostre o contrario.
Durante as primeiras décadas da xestación do cinema, mentres pioneiros como os irmáns Lumière, Georges Méliès e Alice Guy-Blaché cimentaban os piares da representación audiovisual da realidade e da ficción, xurdían propostas nas marxes destas correntes, baseados na idea de que a imaxe en movemento ten infinitas posibilidades. Falamos, por suposto, da animación, mais non exclusivamente. Técnicas como as que Méliès ou Segundo de Chomón desenvolveron -estoume adiantando un chisco-, que podemos considerar os primeiros efectos especiais da historia, tamén son formas de expresión innovadoras, son experimentos creativos arredor da nova linguaxe nacente.
Expoñamos brevemente a historia da animación, un mundo aparte que se manifesta incluso antes que o propio cinema. Pois aqueles primeiros xoguetes, dende a lanterna máxica ó zoopraxiscopio, que antecederon ó cinematógrafo na súa busca da representación en movemento, xa animaban debuxos feitos a man. Aquí animar significa dar vida, dotar de ánima a un obxecto inerte mediante a ilusión de movemento. Case dez anos antes de que os Lumière agasallaran ó mundo coa primeira proxección do seu cinematógrafo, Charles-Émile Reynaud expoñía o seu Teatro Óptico con pequenas animacións ou pantomimas luminosas sobre as personaxes da Commedia dell’arte. Un pouco despois J. Stuart Blackton comeza a desenvolver a idea de “debuxo animado” con curtas como Humorous phases of funny faces (1906).
Porén, de todo este conxunto de pioneiros da animación, quédome cunha figura moi concreta, Émile Cohl, pois este artista francés comprendeu antes ca ninguén cal era a principal vantaxe creativa da animación, a plasticidade, e plasmouna nas súas múltiples curtas con resultados que aínda hoxe impresionan. No canto de representar fielmente a realidade a través do debuxo, Cohl estirou, cortou, moldeou e transformou ós monigotes que protagonizaron a súa primeira curta, Fantasmagorie, até as últimas consecuencias, convertendo botellas en canóns e elefantes en edificios. A primeira porta da imaxinación, a de quebrantar as leis da física e da natureza, ficou aberta de par en par.
Ó mesmo tempo, como xa fomos adiantando, Méliès e Segundo de Chomón inventaron e perfeccionaron técnicas que trasladaban esta plasticidade a o que hoxe entendemos por acción real. O stop trick de Méliès, do que xa falamos nesta bitácora, foi o primeiro paso dun proceso que culminou no desenvolvemento do stop motion. Este formato, que continua o seu legado na actualidade como a maneira máis artesanal de producir animación, foi cultivado con mestría por Segundo de Chomón en curtas como El Hotel Eléctrico (1908), ademais doutras ilusións ópticas. A técnica na que está baseado é a do paso de manivela; a mesma, precisamente, que utilizaron Blackton e Cohl para animar as súas curtas.
Segundo de Chomón foi un dos primeiros técnicos de efectos especiais, dirixiu curtas e incluso inventou técnicas para tinguir fotogramas a man e producir filmes en cor. Sen dúbida, un xenio que mantivo a imaxinación e os azos de experimentar como forza motriz durante a súa carreira, sempre ó servizo da expansión do cinema como forma de expresión total.
Nunha época de tanta creatividade, foron moitos os nomes que poderiamos destacar pola súa importancia na historia destes formatos á marxe, como o stop motion e a animación: Winsor McCay, Max Fleischer, Otto Messmer ou Quirino Cristiani, o artista arxentino que sementou o miliario da primeira longametraxe de animación co filme El Apóstol (1917) aínda que os seus filmes, por desgracia, non se conservaron até os nosos días. Nos anos vinte continuaron os experimentos con propostas como a dos Absolute films que, coincidindo no tempo con vangardas doutras disciplinas artísticas, buscaba a abstracción absoluta que só podía ofrecer o medio da animación. Walter Ruttman, entre outros artistas que se acolleron ó movemento, creou filmes carentes de relato ou narratividade, que trataban de expresar ideas e sentimentos abstractos con formas xeométricas e cromatismos, tratando de emular esa característica da música de movernos sen a necesidade de apelar á iconicidade.
Todas estas persoas deixaron abertas as portas da creatividade para que talentos como o de Lotte Reiniger as traspasaran para deixar a súa propia pegada no mundo da imaxinación. Esta cineasta alemá, influída pola obra dos precursores como Méliès, comezou a traballar con Paul Wegener, figura importante do expresionismo alemán, creando siluetas de cartón para os seus títulos e outros efectos. Cando comezou a desenvolver as súas primeiras curtas animadas, empregando as mesmas siluetas recortadas, decatouse de que até aquel entón a animación tiña un marcado carácter cómico e lixeiro, polo que nin interesaba alongar as metraxes máis alá dos dez minutos nin contar historias que tivesen outra motivación que a de facer rir ó espectador. Coas súas tesoiras e coa axuda dunha cámara multiplano da súa invención -anos máis tarde Ub Iwerks e Walt Disney utilizarán un dispositivo semellante para os seus filmes animados-, Reiniger creou a longametraxe animada máis antiga que se conserva: Die Abenteuer des Prinzen Achmed (1926), unha obra sublime que asentou a idea de que a animación era o medio ideal para contar contos, once anos antes da Brancaneves de Disney. O acto de contar un conto é unha das formas de expresión máis antigas e importantes da cultura; é transmitir unha historia xeración tras xeración, de forma oral, deixando que a narración se transforme e se moldee ó narrador, ós valores e á época, evadindo a realidade cotiá con ambientacións lonxincuas e irreais e con pura maxia.
Lotte Reiniger cambiou as palabras dos contos por siluetas ás que deu vida cunha sensibilidade até daquela nunca vista, cun movemento fluído e plenamente consciente da súa capacidade narrativa que é capaz de traspasar o tempo e marabillarnos a nós case cen anos despois.
Émile Cohl, Segundo de Chomón ou Lotte Reiniger comprenderon dende o comezo a capacidade do cinema para traspasar a realidade e crear novos mundos suxeitos ás súas propias regras. Dende este espazo queremos reivindicar a animación non como un xénero -pois xénero é unha palabra que impón fronteiras no seu afán de delimitar características comúns- senón unha forma de expresión independente e autosuficiente capaz de chegar a calquera público, contar todo tipo de historias e expresar todas as ideas que imaxinen as persoas. Se o cinema é unha ilusión, a máis bela de todas, todas as linguaxes que abarca son capaces de arrastrarnos a outras dimensións, chorar e rir cos seus protagonistas, penetrar en espazos imposíbles, vivir experiencias que doutra forma non experimentaríamos e somerxernos en realidades que non existen ó outro lado da pantalla.
Antes de despedirme quería agradecer á plataforma agora.gal a oportunidade de que este pequeno espazo de reflexión sexa difundido e desfrutado por máis xente á que podía chegar por min mesma. Non deixamos de recomendarvos que entredes no seu portal para acceder cun só clic a unha enorme oferta de información en galego de toda caste: cultura, actualidade, entretemento, divulgación... incluso receitas de cociña! E, a partir desta semana, tamén Kinocube. Estade atentos!
Até o episodio vindeiro!
#cinema#cine#animación#animation#silhouette#silueta#sombra#shadow#Émile Cohl#Segundo de Chomón#Lotte Reinier#Expresionismo#Galicia#Galego#stop motion#stop trick#Méliès#Lumière#Alice Guy#silent film#film#película silente#cine mudo#cine primitivo
8 notes
·
View notes
Photo
Poucos dias atrás o meu gato Harry fugiu de casa e fiquei desesperada. Depois de 48h sem ter nenhuma pista para onde ele tinha ido, ficamos sem ideia do que fazer além de tudo o que já havíamos feito. Então fui até meu altar kemético e pedi para que Bast trouxesse ele de volta, oferecendo para Ela 7 dias de culto. Menos de 30 minutos depois encontramos ele. Hoje meu agradecimento começa, mas tenham certeza que mesmo depois dos 7 dias, meu carinho, respeito, dedicação e retribuição continuarão como sempre se mantiveram ao longo de todos esses anos.
7 dias de culto em homenagem ao amor e ferocidade de Bast
- DIA 1 -
Bastet, a senhora protetora e devoradora
Refletir sobre o culto de Bast é entender as diferentes interpretações dessa divindade ao longo de sua história. Hoje, ela é muito cultuada como uma deusa relacionada ao lar e cuidadora dos gatos, possivelmente pela difusão da cultura do gato como um animal doméstico em todo o mundo. Talvez na mesma intensidade dentro dos cultos modernos, Bastet possui fortes ligações a processos maternos e sexualidade. Mas existem outros arquétipos no culto dessa grande divindade, Bast também possui uma grande representação de protetora e senhora da batalha, mais difundida no período anterior ao intenso sincretismo entre a cultura grega e kemética (egípcia).
A origem para domesticação dos gatos foi anterior a Kemet (Egito), mas foi o povo antigo desse local que teve um grande papel na disseminação do carinho e admiração desses animais para outros países. O nome “miw” foi um dos primeiros registros utilizados para se referirem aos gatos e é possível que o ancestral desses populares nos lares egípcios tenha sido o Felis lybica. Apesar dos períodos dinásticos posteriores apresentarem muitas vezes o gato enquanto ser gentil e ligado a brincadeiras, a situação deveria ser bem diferente no tempo pré-dinástico, em que o gato selvagem era um animal reverenciado pela ferocidade assim como o leão, o que pode auxiliar no sincretismo e confusão entre deuses-gato e deuses-leão-leoa. O culto dos keméticos à Bastet mudou a forma de como o mundo enxerga os gatos, tornando essa Deusa uma importante parte da história da relação da humanidade com animais, estando registrada em templos, papiros e carregando um forte símbolo do que um dia Kemet já foi.
No Império Antigo em Kemet, conhecido também como “A Era das pirâmides”, as referências a Bast eram mais frequentes em monumentos reais. O construtor da Segunda Pirâmide em Gizeh (2600 antes da Era Comum) descreveu-se como “amado de Bastet” em uma parte da porta de seu templo. No Templo do Vale da Pirâmide de Khafra ao lado da Esfinge, tinha um portal de Bast e estátuas da Deusa da companhia do rei. Sahu-Rer fez oferendas a “Bastet, Senhora de ambas das terras em todos os seus lugares” em um relevo do templo de Ny-woser-Re mostrando uma deusa com cabeça de felino segurando um cetro de papiro com os nomes de Bastet e Sekhmet com cabeça de leoa.
Bastet era uma grande protetora da casa real e do Alto e Baixo Egito (“ambas as terras”) e poderia ser relacionada às batalhas e a ferocidade, como o Amun-hotpe II escreveu: "Sua Majestade procedeu a Retenu [Palestina-Síria] em sua primeira campanha vitoriosa, seu rosto terrível como o de Bastet”. Também existe o registro de Sethy I que se descreve como "valente no coração da batalha, uma Bastet terrível em combate”. Isso nos faz refletir como uma divindade como Bast, que provavelmente teve os primeiros passos de culto no período pré-dinástico, se remodelou à medida que a própria visão do animal gato enquanto ser feroz atenuou-se pela domesticidade, mudando com maior intensidade com o contato de culturas estrangeiras.
Antes mesmo da invasão grega, Bast já era sincrética com vários aspectos de Hathor e da sexualidade, e no período grego propriamente dito, Ela se transformou e foi equiparada a deusa Ártemis, sendo considerada protetora das crianças, mães grávidas e músicos. Mas apesar do passar do tempo e das mudanças na relação e visão com os gatos, Bubastis, cidade principal de culto a deusa Bast em Kemet, sobreviveu por muito tempo. Heródoto, por exemplo, escreveu um famoso relato sobre o belíssimo templo de Bastet em Bubastis e sobre o grande festival dessa deusa que era realizado no local todos os anos, a cidade entrou em decadência por volta nos meados do período romano.
Observando a história que temos acesso do culto de Bast, os arquétipos mais difundidos hoje n��o substituem os “de antigamente”. Na verdade, o processo de adição deve acontecer, pois a quantidade de representações dessa divindade a mostram soberana, perseverante e devoradora do tempo, mesmo com o advento da modernidade. Bastet pode ser vista enquanto deusa do lar e sexualidade, mas não é necessário e nem possível apagar seus arquétipos enquanto aquela que protege e devora os inimigos. Bast é uma deusa que podemos chamar para proteção dos nossos animais e também para nossa própria proteção e enfrentamentos de nossas batalhas. Seu domínio perpassa a felicidade e a raiva, o amor e a força, o coração e o medo. Uma Senhora implacável para os ancestrais keméticos que iam caçar pássaros quando a viam espelhada nos gatos selvagens. Uma Deusa inigualável para nós que buscamos um lugar ao sol ao lado da ordem divina.
DUA BAST!
Autora: Appalachia (iohara Quirino)
Referências
- Rev. Dr. Tamara Siuda, via kemet.org
- “The cat of Bastet” por Nora E. Scott do The Metropolitan Museum of Art Bulletin
- A longa e incompleta domesticação dos gatos por “Scientific American Brasil”
10 notes
·
View notes
Text
OLÁ MAIS UMA VEZ VENHO COM UM CONTO DE ORDEM ADULTO OU SEJA MAIS 18 ANOS. NOVAMENTE AGRADECENDO A TODOS QUE PRESTIGIAM ESSE TRABALHO, MUITO OBRIGADO DE TODO MEU CORAÇÃO. FATOS, PESSOAS, LUGARES ENFIM, NADA TEM HAVER COM A REALIDADE, BOA LEITURA, FUI, ABRAÇOS. I M P U L S O Malharia, especializada em roupas de cama, enxovais, Denise termina outro plantão de quase 12 horas devido a um grande pedido de última hora, sua supervisora Vera a observa ali a guardar todos os seus acessórios, ferramentas essenciais ao seu trabalho de costureira.
amanhã ás 9.
Obrigada dona Vera.
Ah não esquece, tras aquele mel e se puder aquele pão que o sr Quirino faz.
Pode deixar.
Vai logo menina. Denise sai ás pressas e passa sua digital no relógio de ponto recém instalado na firma, logo na calçada diz adeus as colegas que vão ao sentido oposto ao dela, ela acelera os passos até chegar ao ponto de ônibus, destino Vila Azul, totalmente no outro extremo da cidade, já dentro do auto aproveita para ouvir as dicas de aula do seu curso de enfermagem que iniciara há dois meses. A viagem vai tranquila até ela ver ao longe o logo da padaria do sr Quirino o que indica estar no seu bairro, sente aquela alegria de ter chego em paz e cansada claro, do seu dia de trabalho. O veiculo vai dando sinal que vai parar quando ela vê pela janela seu querido amor Caio sendo guiado por uma jovem naquela calçada oposta a que ela vai descer.
Onde ele vai? Denise bem que tenta comunicar com o seu boy e nada, logo vê eles entrarem por uma porta ao lado da tabacaria, ela desce e atravessa a rua principal, segue na calçada e pára frente a porta é de acesso com escada para o andar de cima, ela sobe segurando a bolsa com mais resistência que outros dias, até parar frente a quina que dá acesso ao andar, ali ela ouve barulhos conhecidos de beijos e outros sons.
Não pode ser. Ela vira e olha a cena de Caio ali com a jovem aos beijos e amassos, ela tenta gritar mais decide que não é o certo e sai dali. Já em casa, ela olha as roupas do homem ao qual ela decidira, vai ser com ele que vou viver pelo resto de minha vida.
Como fui trouxa. Segue para o quarto naquele minúsculo kit de peças, retorna com um sacolão onde coloca todos os pertences do rapaz, logo lágrimas descem ali, ela termina, vai ao banho e quando sai ouve o girar de chaves.
Amor.
Oi.
O que foi, vai fazer faxina?
Não, são suas coisas.
O quê?
Por favor, saia Caio.
Eu, o que houve?
Não quero esclarecer, só quero que vá.
O que falaram para você, vamos conversar?
Vai embora, eu quero e tenho que cuidar de minhas coisas.
Eu não saio sem você me explicar.
Explicar o quê, acha que eu sou o quê sua, cara eu te amei, te quis, você era tudo que me faltava.
E agora, não sou mais por que?
Vai embora, aproveite bem sua vida com aquela moça.
Você viu?
Vai.
Eu posso explicar, fui fraco.
Eu não estou afim de saber.
Deste jeito você mostra que é a infantil aqui.
O quê, você tem coragem de me olhar e dizer isso, assim.
Eu te amo.
Pois eu não, só quero você longe de mim. O homem tenta abraça-la mais ela foge dele para dentro do banheiro, ali ela ouve o bater da porta, assim que sai confere que ele levou aqueles pertences e tranca a porta, olha o molho de chaves que dera a ele no sofá.
Por que fez isso comigo, eu te amo tanto? Fabiana ali na cama com Jorge que fez diversas loucuras sexuais com a sua nova companhia de sexo, assim eles se decidiram denominar, ela cavalga ele enquanto tem seus seios presos em mãos e línguas, o celular dela toca e ela atende, é Denise.
Oi, o que esta fazendo?
Eu, estou trepando, o que houve?
Nossa Fabi, você só pensa nisso?
Fazer o quê, sexo é bom.
O Caio foi embora.
O quê, por que?
Eu vi ele com outra.
Puta que pariu. Rapidamente ela para tudo ali, se despede do colega de sexo e sai, minutos depois esta ali com Denise.
Me conta, como foi, quando foi isso? Denise lhe conta todo o ocorrido já em choro contínuo, até que Fabi decide por pedir pizza e cerveja.
Por que disso?
Acorda amiga, ele te fez um llivramento, graças a Deus, a tempo.
Eu o amo.
Vai amar outro.
Eu não quero.
Quer sim, pau é uma delicia.
Credo, eu não sou dessas não, eu gosto de me manter para um só.
Sei, tanto que acabou nos chifres.
Se soubesse não tinha te contado.
Vou tomar um banho, sabe ainda estou com aquele cheiro de sexo bem feito.
Credo, que nojo.
Bem que você gosta quando ele te pega e goza bem lá dentro?
Eu, sei lá, além de quê, já não tenho mais isso.
Banho, fui, pizza para gente.
Tá bom. 160724.........................
1 note
·
View note
Photo
Nazzareno De Angelis (November 17, 1881 – December 14, 1962) was an Italian operatic bass, particularly associated with Verdi, Rossini and Wagner roles. During his 36-year career, De Angelis appeared on stage on more than 1500 occasions, performing a repertoire of 57 different operas. He was especially celebrated for his powerful portrayal of the title role in Arrigo Boito's Mefistofele, which he sang at least 500 times between 1906 and 1938. De Angelis began his working life as an apprentice printer, while his first serious exposure to music came in local choirs as a boy soprano. Earning praise for the excellence of his voice, he became a part of the choir of the Giulia Chapel and later the Sistine Chapel in the Vatican. He left the choir at puberty and began studying with Dr. Faberi at the Accademia di Santa Cecilia in Rome. For several years he and his teachers were uncertain about his true voice type, and he studied both baritone and bass parts. Eventually, it became clear that although the upper part of his voice was produced freely and easily he was more comfortable when singing in the lower bass tessitura. De Angelis spent his last two years at the Accademia developing his repertoire and performing in a number of recitals. He made his professional opera début at the Comunale of L'Aquila in May 1903 in a production of Donizetti's Linda di Chamounix as the Prefect. A month later he performed in another opera at that theater, Emilio Usiglio's Le educante di Sorrento. Impressed with his performances, the management of Rome's Teatro Quirino immediately engaged De Angelis to play Oroveso in Bellini's Norma in July 1903. Later that year, he appeared in two productions at the Teatro Adriano: as Il Spettro in Ambroise Thomas's Hamlet opposite Maria Barrientos as Ofelia and Mattia Battistini as Hamlet, and also as Sparafucile in Verdi's Rigoletto. De Angelis toured The Netherlands during 1905. After this De Angelis was quickly invited to all the major opera houses of Italy, making his debut at La Scala in 1907 and appearing often under the baton of La Scala's principal conductor, Arturo Toscanini. In 1913, he created there the role of Archibaldo in Montemezzi's L'amore dei tre re. He also sang at the Paris Opéra, in 1909, as the High Priest in Spontini's La vestale. Other than singing at the Chicago Grand Opera Company during 1910-11 and the Chicago Opera Association 1915–1920, De Angelis's career was based almost entirely in Europe. He did, however, make a sequence of acclaimed appearances at the Teatro Colón in Buenos Aires, beginning with the 1911 season. Outside the mainstream repertoire, he was admired for his portrayals of Creon in Medea (the Italian version of Cherubini French opera Médée) and Mosè in Mosè in Egitto. De Angelis' voice showed signs of 'roughness' and deterioration during the 1930s and he retired from the operatic stage in 1939. Although he gave a few concerts during the 1940s, he henceforth concentrated his activities on providing voice lessons to pupils in Milan and Rome. He died in the latter city in 1962.
22 notes
·
View notes